Borse, un po' di quiete dopo il tornado

L'Msci World ha guadagnato l'1,6%. Le banche Usa ancora nella tempesta. Per la ripresa ci vuole tempo.

Marco Caprotti | 26/09/2008 15.42 |

Settimana positiva per le Borse mondiali. Nonostante la forte volatilità l’indice Msci World, nell’ultima ottava ha guadagnato l’1,6%. In realtà gran parte del rialzo è stato dovuto alle speranze, poi naufragate, del piano da 700 miliardi di dollari preparato dall’amministrazione americana (e poi bocciato dal congresso) per far fronte a quella che ormai viene definita una crisi finanziaria di portata storica.

Ancora guai per gli Usa
Passata la buriana quasi tutti gli indici mondiali si sono mossi al rialzo. L’Msci Europe ha guadagnato il 5,6%, quello asiatico (Giappone escluso) è cresciuto più del 4%, mentre il Sol levante è migliorato del 2,1%. Unica eccezione gli Stati Uniti, dove l’Msci North America ha perso più dell’1%. In un clima di generale (e temporanea) ripresa, gli Usa devono ancora fare i conti con i crolli delle maggiori istituzioni finanziarie. L’ultima, in ordine di tempo, è stata quella di Washington Mutual che è già stata definita la peggiore bancarotta della storia.

L'inflazione non molla
La situazione in cui si trovano i mercati globali è stata ben sintetizzata da Neil Dwane, responsabile degli investimenti di Rcm Europe (gruppo Allianz global investors) nel corso di un incontro a Milano. “L’economia Usa è in recessione”, ha spiegato. “Mentre le prospettive dell’Europa sono peggiorate e ora il Vecchio continente è a rischio frenata insieme al Giappone. I mercati azionari continueranno a restare sotto pressione nel breve periodo almeno finché ci sarà la revisione al ribasso di dati economici e stime di utili. Le cose potrebbero migliorare, a livello globale, nel 2010 quando si vedranno gli effetti degli interventi delle autorità politiche e monetarie”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Richard Pease, gestore di New Star European Growth Fund anche lui in questi giorni in Italia per incontrare i clienti. “I mercati continueranno ad essere poco equilibrati fino a quando le prospettive per l’economia americana non saranno più chiare”, ha detto. “Il quadro è complicato dalle crescenti pressioni dell’inflazione”.

Prudenza, ma nel lungo termine...
In questa situazione gli operatori non possono fare altro che assumere un atteggiamento cauto. “Noi abbiamo ridotto le stime per quanto riguarda gli utili e i flussi di cassa 2008-2009 per tutte le società che seguiamo”, dice Bill Bergmann, analista di Morningstar. “Soprattutto per quelle aziende più sensibili all’andamento del ciclo economico”.

Secondo l’esperto, tuttavia, in queste condizioni di mercato, conviene iniziare a prendere qualche posizione, soprattutto se si hanno obiettivi di lungo termine. “Se diamo un’occhiata a quello che è successo durante la recessione del 1990-1991, possiamo trarre qualche insegnamento”, continua l’analista. “In quel periodo abbiamo visto il calo dei risparmi e dei prestiti, la debolezza del mercato immobiliare e una scarsa fiducia nel mercato dei crediti. Durante la recessione, nell’ultima parte del 1990, l’S&P500 ha perso circa il 20%. Ma all’inizio del 1991 il paniere ha iniziato a riprendersi anticipando, come d’abitudine, il miglioramento dell’economia. Alla fine del 1993 il paniere aveva guadagnato il 50% rispetto ai minimi toccati tre anni prima”.
 
Il problema Alzheimer in Europa
.SONO OLTRE 6 MILIONI I MALATI DI ALZHEIMER IN EUROPA
E IL NUMERO RADDOPPIERA’ ENTRO IL 2050
“NON C’E’ TEMPO DA PERDERE”
Allarme Alzheimer in Europa : a lanciarlo sono Alzheimer Europe e Alzheimer Italia
Il Ministro della Salute apre un Tavolo di Lavoro sulle Demenze


Milano, 21 giugno 2007 - Secondo il Rapporto Demenza 2006, pubblicato da Alzheimer Europe, si calcola che le persone affette da demenza siano 6,4 milioni nei 31 Paesi europei considerati (25 Stati membri dell’Unione Europea più Bulgaria, Islanda, Norvegia, Romania, Svizzera e Turchia).
Per quanto riguarda il nostro Paese il numero nel 2005 è risultato essere compreso tra 820.462 e 905.713. In termini percentuali ciò significa che in Italia la prevalenza della demenza è compresa tra l’1,4% e l’1,55% sul totale della popolazione. E queste cifre sono destinate a raddoppiare entro il 2050.
Sino ad oggi la malattia di Alzheimer non è stata oggetto di adeguate politiche socio-sanitarie se si considera che, in Europa, solo il 44% dei malati ottiene l’assistenza a domicilio e solo il 33% l’assistenza di sollievo. E’ perciò la famiglia che, oltre a sopportare quasi sempre sola il peso, la responsabilità e il carico di un’assistenza sfibrante, sostiene anche un pesante fardello finanziario: il 66% deve contribuire al costo del ricovero e il 65% a quello dell’assistenza domiciliare.
A fronte di questi numeri le associazioni Alzheimer europee hanno presentato al Parlamento Europeo la Dichiarazione di Parigi, con cui si chiede all’Unione Europea, al Parlamento Europeo, all’Organizzazione Mondiale della Sanità e ai Governi Nazionali di riconoscere che la malattia di Alzheimer è una priorità di sanità pubblica e di avviare programmi socio sanitari e di ricerca scientifica adeguati alla gravità della situazione.
Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia che riunisce e coordina 47 associazioni che si occupano della malattia e a livello nazionale e locale. lancia un appello al Governo Italiano affinché prenda coscienza dell’aggravarsi del problema nel nostro Paese e programmi politiche sanitarie che tengano conto delle sue reali dimensioni. “Nel nostro paese è urgente migliorare i servizi creando una rete assistenziale intorno al malato e alla sua famiglia che non li lasci soli ad affrontare il lungo e difficile percorso di malattia”.
Una prima risposta a questo appello è venuta dal Ministro della Salute on. Livia Turco che ha aperto un Tavolo di lavoro sulle demenze collegato alla Commissione Ministeriale sulle cure primarie e l’integrazione socio-sanitaria con la finalità di stilare un ordine di priorità dei problemi, indicare soluzioni possibili, avviare sperimentazioni pilota e puntare alla elaborazione di un progetto obiettivo.


Milano, 21 giugno 2007
     
CRISI CARO MUTUI
Casa: consumatori, con crisi mutui pignoramenti +20% nel 2007
30/10/2007

''La crisi dei mutui e degli alti tassi di interesse rende insolventi milioni di famiglie anche in italia aumentano del 20% i pignoramenti nei tribunali''.

A suonare il campanello d'allarme sono Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori che evidenziano come le ''famiglie rischiano il fallimento a causa delle banche e dei loro tentativi di sfuggire alle leggi: trasferire mutui e' quasi impossibile, costoso e il governo non interviene''.

Fonte: Adnkronos
 
News assicurativa

Telefono al volante, pericolo costante
10/10/2007

Un tempo era in auge un modo di dire, in verità assai poco galante, che suonava "Donna al volante, pericolo costante". Vero o meno che fosse, oggi deve essere considerato come assolutamente superato. Al suo posto, senza dubbio, è più attuale accoppiare al termine "pericolo costante" l'uso del cellulare senza impiego del vivavoce o dell'auricolare.

Le statistiche infatti confermano una tendenza già segnalata nel 2006, ovverosia che le violazioni per l'uso del cellulare senza il vivavoce o l'auricolare sono in continuo aumento. Secondo i dati della polizia stradale, nei primi 4 mesi del 2007 le sanzioni per questa pericolosa infrazione sono aumentate del 20,3%, toccando quota 15.891 rispetto alle 13.212 dello stesso periodo dello scorso anno.

In particolare 6.667 sono state contestate nella rete autostradale per un incremento pari a + 24,2% e 9.224 nella restante rete ordinaria con un incremento del 17,6%. La sola polizia stradale nei primi 4 mesi del 2007 ha prelevato complessivamente 79.455 punti per questa infrazione. Telefonare in auto senza viva voce o auricolare fa ormai parte della "cultura" automobilistica di questo Paese. Non solo, sta anche dilagando l'utilizzo degli SMS al volante. I messaggini, in entrata e uscita, sono ancor più incompatibili con una minima condizione di sicurezza alla guida. Una distrazione di soli 2 secondi ad appena 100 km/h fa percorrere alla nostra macchina 56 metri prima che percepiamo un ostacolo; fra tempo di reazione (un secondo) e frenata in condizioni ottimali ne servono poi altri 71 per un totale di 127 metri che possono essere fatali.

Fonte: Il Vigile urbano n. 7-8_2007
Le dichiarazioni del contraente nella polizza R.C.A.

Si guarda alla rivalsa, ma si dimenticano gli artt. 1892 e seguenti del Codice Civile.
Quando il contraente sottoscrive una polizza di assicurazione rende anche delle “dichiarazioni”,
che rilevano ai fini degli art. 1892, 1893 e 1894 del Codice Civile, anche se ne è conscio solo in piccola parte.
E ciò può farlo incorrere in guai seri, anche molto seri, in caso di sinistro. Nelle polizze incendio, ad esempio, egli non sa di aver dichiarato, trattandosi di un appartamento, che nella porzione del condominio
non adibita ad usi civili, uffici e studi professionali, non esistono cinematografi, teatri, night club, sedi di partiti politici, industrie, autorimesse pubbliche e via elencando. Non lo sa, perché si tratta di una dichiarazione riportata a stampa in polizza.
Non è conscio nemmeno di aver dichiarato di non aver subito precedenti sinistri (mentre un danno d’acqua o da grandine o un danno elettrico lo ha certamente avuto in precedenza), così come non si rende conto (e, d’altronde, come potrebbe?) di aver dichiarato che le pareti esterne sono costruite con materiali incombustibili, mentre
in realtà le coibentazioni delle stesse sono in polistirolo.
Tutto ciò avviene perché anche queste “dichiarazioni” sono già stampate in polizza, ancorché con l’aggiunta “in caso contrario il contraente dichiara …”.
Dovrebbero perciò essere gli intermediari assicurativi a porre al cliente le domande con risposta prestampata, in ossequio ai doveri di diligenza, correttezza, trasparenza e professionalità che su essi gravano in forza delle “nuove regole (DIA, CdA e circolari ISVAP). Quasi sempre, invece, la verifica della rispondenza al vero delle dichiarazioni “implicite” non avviene, vuoi per trascuratezza, vuoi per ignoranza, cui si aggiunge, nel caso
di assicurazioni auto, la diffusa abitudine di non consegnare al cliente nemmeno il “libretto di polizza”.
Il tema delle dichiarazioni precontrattuali è diventato di viva attualità in relazione alle assicurazioni R.C.A., specialmente dopo che un paio di sentenze di merito che hanno visto soccombenti gli assicurati
inconsapevoli. Dichiarazioni precontrattuali e aggravamento del rischio nella R.C.A. Le dichiarazioni che interessano sono quelle che riguardano aspetti o situazioni che influiscono sulla determinazione del premio, qualora queste, in caso di sinistro, si appalesino non veritiere.
Si sa che se dichiaro all’assicuratore che la vettura da assicurare è di 14 cavalli fiscali, mentre in realtà ne ha 20, mal mi incorrerà in caso di sinistro, nel senso che, una volta corrisposto per intero il risarcimento
al terzo, la compagnia agirà nei miei confronti in via di rivalsa.
Ed avendo io pagato un premio, ad esempio, di 100 anziché di 150, la rivalsa sarà pari ad un terzo del risarcimento. E l’ammontare di questo terzo può rovinare una famiglia ed anche un’azienda.
No alla multa se si è senza cinture in coda per il parcheggio
16/10/2007

Se ci si trova al volante senza cinture mentre si è in fila per parcheggiare, non è ammessa contravvenzione. E quanto ha stabilito la Corte di Cassazione (sez. II civile, sentenza n. 9674/2007) ribaltando una precedente decisione del giudice di pace di Cesena che aveva convalidato la multa irrogata ad un automobilista per il mancato uso delle cinture.

Nella circostanza l'autovettura si trovava in coda "in attesa di poter accedere ad un parcheggio quando si fossero liberati dei posti".

I giudici della Corte hanno spiegato che quando una autovettura non si trova "in moto continuo sia pur lento né con sollecite riprese della marcia, né ancora, in presenza di altri veicoli in marcia" che potrebbero "determinare un urto pericoloso", la sanzione prevista dal codice della strada (art. 172) "non può trovare applicazione, non ricorrendo i presupposti oggettivi voluti dalla sua ratio interpretata secondo logica". Sta di fatto, argomenta la Corte, che la norma è "posta a tutela della sicurezza degli occupanti del veicolo in previsione d'eventuale collisione od uscita in strada o brusca frenata o altri eventi comunque tali da determinare un repentino spostamento del corpo dei detti occupanti e un urto dello stesso all'interno della vettura o una fuoriuscita dell'abitacolo". Proprio per questo l'art. 172 "ha la sua ratio nel prefigurare situazioni nelle quali il movimento del veicolo nel quale si trovano i soggetti tutelandi, o anche di altri veicoli circolanti, possa determinare gli eventi alla cui prevenzione è intesa". Se pertanto la situazione di fatto è tale da escludere il possibile verificarsi di tali eventi come quando l'auto è in fila in attesa di trovare parcheggio si può fare a meno delle cinture di sicurezza.

Fonte: Il Vigile urbano n. 7-8_2007